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RUGGERO GRIMALDESCHI

 

 

 

 

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1) Non so che cosa mi abbia spinto ad acquistare un romanzo scritto da un autore di cui non avevo mai sentito parlare. Forse, quella bella immagine in copertina. Oppure, quel titolo così aperto e malinconico... Fatto sta, che Frammenti d'amore si è rivelato, almeno per me, uno degli acquisti più azzeccati che abbia fatto in libreria negli ultimi anni. L'ho letto in una settimana, dedicandogli le poche ore che il lavoro e le faccende familiari mi lasciavano a disposizione. L'ultimo giorno, ho spento la luce alle tre della notte pur di arrivare alla fine. Una storia molto bella, plausibile, con dei personaggi veri, carichi di umanità. Una lettura che fila via facile e scorrevole, che ti permette di divorare le cinquecento e più pagine in pochi bocconi. Ora, aspetto il prossimo. Con la speranza che la seconda opera, a confronto della prima, non sia una delusione come accade alla maggior parte degli autori esordienti.  (Elisabetta, da Brescia)

Ti ringrazio per le belle parole, Elisabetta, e non solo perché sono le prime che mi sono arrivate. Quanto alla prossima opera, spero davvero di non deluderti (anche perché nel mio caso sarebbe la terza, e non la seconda...)

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2) Un romanzo ambientato a Perugia era una tentazione troppo forte per poter resistere (non me n'era mai capitato un altro, prima di questo). Devo dire, però, che la mia città appare solo sullo sfondo, un po' grigia e indefinita come in una giornata di foschia. Si sente, secondo me, che chi scrive non è un perugino "doc". Oppure, che la sua attenzione è puntata più sull'introspezione dei personaggi che non sulla descrizione dell'ambiente in cui si muovono. A parte questo, il romanzo mi è piaciuto molto. Una bella storia d'amore, senza tanti sentimentalismi, di quelle in cui capita sempre più raramente d'imbattersi. Lo consiglierò a qualche amico. (Giorgio, da Perugia)

Forse hai ragione, Giorgio. Non essere mai vissuto a Perugia per me è stato un ostacolo difficile da superare, con il quale però mi sono voluto ugualmente cimentare. La storia che volevo raccontare, infatti, doveva essere ambientata lì, per molti motivi. Comunque, ti assicuro che amo ugualmente la tua città, non fosse che per il fatto che la mia famiglia è da lì che proviene.

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3) Ho appena terminato il tuo romanzo e sono rimasta con quel senso di malinconia che si prova quando ti viene a mancare una compagnia piacevole. Ho fatto un tentativo su Internet per vedere se c'eri e... bingo! eccomi qui, allora, felice di scambiare due parole con te, come se Robi e Milena potessero in questo modo continuare a farmi compagnia. Mi è piaciuto davvero tanto il tuo romanzo. Ma mi dici come fai, tu che sei un maschio, ad entrare così alla perfezione nella psicologia femminile? Ho addirittura sospettato che il nome in copertina fosse uno pseudonimo e che tu, in realtà, fossi una donna... Poi, con una ricerca su Paginebianche, ho visto che esisti davvero. Complimenti di nuovo. (Adriana Grisanti, da Roma)

Grazie anche a te, Adriana, per gli apprezzamenti che esprimi nei riguardi del mio romanzo. Quanto alla mia capacità di immedesimazione nell'universo femminile, credo che faccia parte delle doti di cui deve disporre uno scrittore: chiudere gli occhi e immaginare di essere quel personaggio di cui sta scrivendo. Riguardo al mio sesso, ti ricordo che sulla quarta di copertina c'è anche una mia foto (autentica come quelle che trovi in questo sito, te lo garantisco...)

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4) Una domanda: ma il libro finisce bene o finisce male? Insomma, a Robi le cose vanno bene così come sono andate? C'è qualcosa che non ho capito, e il dubbio che possa essere la questione cruciale del romanzo non mi fa dormire tranquillo. (Lupo Solitario, da Parma)

Forse ho capito quello che intendi dire (scusa se ho tagliato una buona parte della tua e-mail, ma l'ho fatto per non anticipare ai visitatori la trama del romanzo). Se il finale è positivo o negativo credo che stia all'interpretazione del lettore, o meglio, a quella che lui dà in base alla propria scala di valori. Indubbiamente, Robi si trova a dover fare una scelta, come capita a tanti in una situazione come la sua. Tu che avresti fatto, al suo posto? Credo che la risposta alla tua domanda stia tutta qua. (P.S.: ho un dubbio sull'identità che si cela dietro al tuo nickname...)

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5) Chapeau di fronte alla tua fatica: l'autore di un romanzo di quasi 600 pagine merita, comunque, un plauso per l'impegno e la passione che ha profuso nella realizzazione di una simile opera. Solo che, secondo me, qualche colpo di forbice qua e là, forse, non sarebbe stato poi inopportuno... Prendilo come un consiglio, non come una critica cattiva. Posso elencare, infatti, anche i pregi del tuo lavoro: la notevole capacità di affabulazione, l'accurata descrizione della psicologia dei personaggi, la trama ricca e ben congegnata. Un romanzo che, se fosse stato firmato da un autore di fama, venderebbe sicuramente (e meritatamente) centinaia di migliaia di copie, anziché le due o tre migliaia di cui ti dovrai accontentare tu. Però, qualche pagina in meno...  (FrancoPi38)

Il contenuto della tua e-mail (oltre che l'originalità del nickname) mi fa pensare che tu sia qualcuno del mestiere, ragion per cui prenderò in seria considerazione la tua osservazione sulla prolissità di qualche parte di Frammenti (avrei avuto piacere, però, che tu mi indicassi con esattezza quali sono queste parti o almeno una di esse: se leggi questa mia risposta, inviami una seconda e-mail con queste indicazioni, te ne sarei riconoscente). Anche perché - lo confesso - altri tre o quattro lettori di mia conoscenza mi hanno fatto lo stesso appunto, a riprova che l'osservazione non è di certo campata in aria. Però, credo che molto dipenda dallo stile narrativo preferito dal lettore: quello estremamente conciso e sintetico alla Hemingway o, all'opposto, quello estremamente circostanziato e preciso di un Flaubert (per non parlare di Proust)? Insomma, se ci piace il romanzo che sia quasi solo dialoghi ed azione, allora imbattersi in tre o quattro pagine d'introspezione psicologica o di approfondimento di stati d'animo ci risulterà un ostacolo quasi inutile, messo lì a rallentare il ritmo della narrazione. Al contrario, se ci piace anche penetrare a fondo nei personaggi, immedesimarci in loro e nelle loro vicissitudini, allora quelle pagine risulteranno gradite e quasi necessarie. Certo, tutto sta - secondo me - a saper miscelare questi due ingredienti nella giusta dose. Proprio quello che ho cercato di fare io. Se poi ci sono riuscito o meno, starà ai lettori stabilirlo. Concludo dicendoti che due o tremila copie vendute, per uno come me, non sarebbero poi male. No, no: niente male (mi accontento di poco, eh?)

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6) Ciao Ruggero! Sono Sonia, quella ragazza alta di Tortora con i due bimbi, Olga e Guido... ok? Non so quali siano le parole più consone per lusingare uno scrittore, pertanto vista la mia ignoranza sull'argomento farò a modo mio, come mi viene. Bravo! Un romanzo giallo bello, interessante, scorrevole e appassionante, semplice ma particolare, attento a spiegare tutto senza perdersi nel troppo che annoia... Insomma, Frammenti d'amore è un romanzo che un autore famoso e già affermato non avrebbe potuto scrivere diversamente. Una sola critica, fatta con l'ottica di una donna. Nel finale, non si aggiusta tutto troppo facilmente? Comunque, complimenti per aver scritto un romanzo così bello e per essere riuscito a far avvicinare alla lettura una come me, che per fortuna ha seguito l'istinto di comprarlo per poi divorarlo in pochi giorni. Saluti e... al prossimo (con dedica, ovviamente)! (Sonia da Napoli)

Grazie Sonia per la tempestività con la quale hai mandato le tue impressioni di lettura. Riguardo all'osservazione, ti rispondo privatamente perché per spiegare il mio punto di vista in proposito è necessario parlare di cose che non è opportuno rivelare a chi non ha ancora letto il romanzo. Quanto al prossimo, spero di potertelo firmare quando ci rivedremo l'estate prossima (quella del 2007, per chi legge). Per ora, un saluto di cuore a te e ai tuoi magnifici bambini.

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Ciao, Ruggero. Ti ricordi di quella ragazza capitata in casa tua un paio di anni fa per convincerti ad aderire a MondoLibri (cui tu eri poi già iscritto) e comprò una copia del tuo romanzo appoggiata sul tavolo? Bene, volevo dirti che quest'estate l'ho riletto per la seconda volta e per la seconda volta mi sono commossa fino alle lacrime. Ti volevo fare i complimenti. Davvero: io leggo molti romanzi, ma questo è uno dei più belli. Aspetto il prossimo. (Anna Coviello)

Mi ricordo benissimo,Anna,e ti ringrazio per le belle parole. Per quanto ne so, al momento sei l'unica che è stata capace di leggere due volte il romanzo (550 pagine, non so se mi spiego...). Grazie, per un autore sono queste le soddisfazioni.