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RUGGERO GRIMALDESCHI

 

 

 

 

Su Mi hanno scritto

 

Sarò lieto di ricevere osservazioni da tutti coloro che hanno letto qualche mio lavoro. Uno scrittore ha bisogno sia degli elogi (sinceri) che delle critiche (possibilmente, costruttive). 

Scrivete a info@ruggerogrimaldeschi.it . Chi eventualmente gradisce che la sua comunicazione venga pubblicata, deve specificarlo. Chi vuole una risposta a parte, in forma privata, l'avrà.

Comunque, ringrazio in anticipo tutti coloro che mi useranno la gentilezza di esprimere un'opinione sui miei lavori.

Mi piacerebbe anche essere contattato da altri scrittori che, come me, fanno fatica a farsi conoscere al di là dei confini locali e discutere con loro dei problemi che ci troviamo ad affrontare quotidianamente per convincere qualche editore a pubblicare le nostre opere. Sapere come fanno loro a trovare la forza di andare avanti quando ci sente rispondere: "La sua opera è validissima, sicuramente migliore di quelle di tanti autori famosi. Ma, vede, loro sono famosi, appunto, e come tali garantiscono le vendite a prescindere dalla qualità del romanzo. Lei, invece, è un emerito sconosciuto e i suoi romanzi rimarrebbero perciò sugli scaffali delle librerie, in un angolo nascosto, per due o tre mesi, fino alla restituzione ed essere infine avviati al macero, che è poi la loro vera destinazione finale. Ci dispiace, ma questa è la dura realtà del commercio." E allora, che fare? Pagare (e anche salato, perché così stanno le cose) per riuscire a comparire in qualche "talk show" di una rete televisiva nazionale col libro in bella mostra ed avere così quella ribalta che ti garantisce di punto in bianco cinque o seimila copie vendute? Oppure, cercare di arrivare in qualche modo al redattore di qualche grande casa editrice che, per la conoscenza personale o per qualcos'altro (è facile immaginare di che si tratti) inserisca la tua opera in una delle sue collane e le garantisca così quella diffusione che assicura il minimo di vendite necessario? Per non parlare dei concorsi letterari: quelli minori, di paese, vergognosa fiera per sfruttare le illusioni di aspiranti scrittori ; quelli nazionali, più noti, manovrati dalle grandi case editrici e riservati al ristretto novero dei raccomandati e dei parvenues, vergognosa autocelebrazione politico-letteraria con connotazioni mafiose. Lo so, tutto è più difficile, maledettamente difficile, in un paese come l'Italia che è all'ultimo posto in Europa per libri letti pro capite, dove l'ignoranza cresce in modo esponenziale anno dopo anno, dove la scuola non fa più cultura ma solo attualità. Vorrà dire che scriveremo per noi stessi e per i nostri amici, allora, e forse - sgombrato il campo da queste fastidiose preoccupazioni commerciali - scriveremo di più e meglio. Scusate lo sfogo, ora tornerò a scrivere le mie storie. Che è poi l'unica cosa che m'interessa davvero.